26/giu/2013
Influenza: che fare?
dall'Associazione Italiana Pazienti Medicina Antroposofica (AIPMA)
articolo di: Giancarlo Cimino
Il mio approccio vorrebbe puntare all’essenza del problema.
All’interno del diluvio di informazioni che mi sono arrivate sull’argomento dell’influenza prossima ventura, che si vuole collegata al virus A/H1N1, sono riuscito ad estrarre i seguenti punti, per me, fermi:
1) L’OMS, nel dichiarare lo “Stato di Pandemia” non si è riferita alla possibile gravità del quadro clinico, ma al potenziale di diffusione della malattia, considerato più incisivo del solito, ovvero ci sarebbe da aspettarsi che si ammali un numero molto rilevante di persone.
2) dalle autorità nazionali sembra che il problema sia considerato soprattutto nel senso di un “ingorgo” che potrebbe verificarsi nel sistema sanitario. Ergo la vaccinazione viene proposta soprattutto per evitare ciò.
3) come sempre, nel caso dell’influenza, le persone più a rischio di avere complicanze e difficoltà varie sono tutti coloro i quali, per un motivo o per l’altro, vanno considerati relativamente "immunodepressi" (per età molto giovane o molto avanzata, per l’essere affetti da malattie croniche, per cattive abitudini di vita, per frequenti contatti con ammalati d’influenza etc.)
4) Il vaccino proposto non ha avuto un lungo periodo di sperimentazione (e come avrebbe potuto?) e le percentuali di risposta che ho letto sono piuttosto variabili.
5) le misure di prevenzione , oltre alla vaccinazione, proposte dai vari esperti nelle sedi più varie, non differiscono da quelle comunemente consigliate per evitare di essere contagiati: lavarsi bene le mani, evitare luoghi chiusi e affollati, indossare mascherine per proteggersi etc
Tenendo presente quanto ho scritto più sopra, voglio esporre i seguenti punti di vista, assolutamente personali.
1) "Il terreno è tutto, il germe è nulla": così un tempo, si espresse il grande Pasteur. Allora rafforziamo il terreno. Come? Con le buone abitudini alimentari (dieta ricca di cibi freschi, di coltivazione biologico dinamica, con molti cereali integrali e prevalentemente latte o vegetariana). In passato si diceva che la vit. C fosse la sostanza di scelta per prevenire le influenze stagionali. Il succo e lo sciroppo di OLIVELLO SPINOSO della WELEDA, un cucchiaino tre volte al giorno, anche con un po’ d’acqua, per tutto l’autunno e l’inverno, fornisce una notevole quantità di vitamina C, da integrare con gli agrumi.
2) La vita all’aria aperta nella natura, l’evitamento, il più possibile, degli schermi elettronici (i virus amano la stanchezza del sistema nervoso- oggi ci sono più epidemie virali che batteriche, probabilmente perché come non mai il sistema nervoso umano occidentale si trova sotto pressione), l’attività fisica QUOTIDIANA, mi sembrano banalissime ed intuitive misure di sicura efficacia.
3) Vaccinarsi? Leggiamo, per illuminarci sull’argomento dell’igiene e delle malattie, "Le manifestazioni del Karma", ciclo di conferenze di Rudolf Steiner, che contiene molti spunti di riflessione, con anche una breve presa di posizione sulla vaccinazione. Credo che la decisione se vaccinarsi o no o se vaccinare i propri figli vada presa individualmente, tenendo conto dei pro e dei contro collegati alla vita di ciascuno. Quello che a me pare evidente è che, vaccinati o no, non ci si possa esimere dal prendere i provvedimenti di cui ai punti 1) e 2)
Sugli effetti indesiderati di questa vaccinazione non ho trovato nulla di clamoroso. In generale i vaccini antivirali hanno complicanze a carico del sistema nervoso, relativamente imprevedibili. Oppure scatenano reazioni allergiche nei soggetti predisposti. Ovviamente la lettura del foglietto illustrativo deve essere attenta e critica.
Conclusione: l’influenza, con la febbre che l’accompagna, è una “sferzata” dell’organizzazione dell’io, l’istanza soprasensibile regolatrice di tutti i processi metabolici umani, al nostro “organismo di calore”. Molti di noi lo coltivano poco, tale organismo, e quindi, di tanto in tanto la febbre li coglie, quasi come un risveglio ed un ammonimento. Curiamo con l’attività interiore ed esteriore quest’organismo di calore, con l’entusiasmo e, naturalmente, senza la paura.